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Non sai resistere al cioccolato? Scopri qual è il migliore

Distrarsi con la fantasia aiuta a ridurre la tentazione dei peccati di gola, ma quale scegliere tra fondente, al latte, bianco o alle nocciole? Scopri i consigli della nutrizionista

Sembra impossibile resistere al cioccolato: basta un colpo d’occhio per essere rapiti dal suo colore caldo, basta un’annusatina per essere avvolti dal suo profumo inebriante.

Ecco come resistere: controllare la mente

Eppure un modo per salvarsi dalla tentazione c’è: basta distrarre la mente, magari pensando di fare una bella passeggiata sulla spiaggia o nella foresta. A indicarlo è uno studio pubblicato sulla rivista Appetite dalla Flinders University di Adelaide, in Australia.

Gruppo San Donato

Il gruppo di ricerca, guidato dalla psicologa Sophie Schumacher, ha condotto un doppio esperimento per approfondire la cosiddetta “teoria dell’intrusione elaborata del desiderio”, ovvero l’ipotesi che il desiderio di un determinato oggetto o cibo venga amplificato dalla nostra immaginazione. Per tentare di bloccare questo cortocircuito, i ricercatori hanno sperimentato diverse tecniche finalizzate a prendere il controllo della propria mente.

Le strategie: la defusione cognitiva e l’immaginazione guidata

La prima è la tecnica di “defusione cognitiva”, che permette di guardare con distacco i propri pensieri cercando di essere più presenti a se stessi: questa strategia colpisce il desiderio del cioccolato sul nascere e permette di allontanarsi da questo pensiero intrusivo realizzando che non deve essere necessariamente seguito da un’azione.

La seconda tecnica sperimentata è quella della “immaginazione guidata”, che invece impedisce alla mente di fantasticare sul profumo e sul gusto del cioccolato, costringendola ad esempio a visualizzare cose completamente diverse, come una foresta o una spiaggia.

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L’esperimento

Le due strategie sono state sperimentate su un primo gruppo di 94 ragazze e successivamente su un secondo gruppo di coetanee che affermavano di voler combattere la loro dipendenza da cioccolato.

I risultati

Dimostrano che la defusione cognitiva ha ridotto i pensieri intrusivi, la vividezza dell’immaginazione e l’intensità del desiderio in entrambi i gruppi di giovani donne. L’immaginazione guidata, invece, è risultata particolarmente efficace nelle donne “dipendenti” dal cioccolato, riducendo i pensieri associati a questi alimento, la loro vividezza, la loro intrusività e l’intensità del desiderio.

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Le tipologie di cioccolato

Ma se la vostra non è dipendenza, basta essere moderati e saper scegliere il cioccolato migliore. Quali sono le qualità e le quantità consigliate? Vediamole insieme, passando in rassegna le varie tipologie di cioccolato: fondente, al latte, bianco e alle nocciole.

Partiamo dagli ingredienti

La pasta di cacao, che si ricava dai semi di cacao macinati, è l’ingrediente grezzo che conferisce gli aromi e le caratteristiche. Il burro di cacao, invece, è la pregiata sostanza “grassa” che viene estratta dalla pasta ed è presente nel cioccolato in percentuali variabili: più ce n’è, maggiore è la qualità del prodotto. «Dal 2000 è stata ammessa l’aggiunta di grassi vegetali diversi dal burro di cacao nella quantità del 5% massimo: ciò deve essere espresso in etichetta e determina una qualità meno pregiata di cioccolato, perché addiziona olio di palma, di karitè, di cocco e altri oli tropicali» avverte la dietista Patrizia Bollo, professoressa di Scienze Tecniche Dietetiche all’Università degli Studi di Milano.

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Per essere venduto come tale, il cioccolato deve contenere almeno l’1% di zucchero. Spesso, per aromatizzare il prodotto, si utilizza la vaniglia sotto forma di baccelli o estratto ricavato dagli stessi. Per facilitare l’amalgama degli ingredienti, non di rado è presente la lecitina, una sostanza naturale e inodore proveniente dalla soia. Non manca neppure il cacao in polvere, sempre ottenuto dalla lavorazione della pasta di cacao, presente in quantità variabili. Se scegliamo uova di Pasqua non fondenti, possiamo trovare nocciole e latte in polvere.

Cioccolato fondente

«Per legge il cioccolato fondente deve contenere almeno il 43% di pasta di cacao, mentre quello extra-fondente almeno l’85%»continua la dietista. Questa qualità di cioccolato è la migliore dal punto di vista nutrizionale: è la più ricca di flavonoli, potenti antiossidanti indispensabili per il benessere del nostro organismo, è un’ottima fonte di potassio e fosforo ed è completamente privo di colesterolo. I grassi, inoltre, si aggirano intorno ai 33 g per 100 g di prodotto (più o meno una tavoletta). E per quanto riguarda le calorie? La stessa quantità contiene 515 kcal. Scopri in questo articolo tutti i benefici del fondente per la salute. 

Cioccolato al latte

Il cioccolato al latte contiene 10 mg di colesterolo per 100 g di prodotto, che nel fondente è totalmente assente. Anch’esso è ricco di potassio e fosforo, contiene 262 mg di calcio e 36 g di lipidi (all’incirca come quello “amaro”). «Per essere un cioccolato di buona qualità, deve contenere almeno il 25% di pasta di cacao» suggerisce Bollo. «Quindi, ancora una volta, è opportuno leggere attentamente l’etichetta per evitare fregature». Quello al latte è leggermente più calorico di quello fondente: 100 g apportano 545 kcal.

Cioccolato bianco

«Il cioccolato bianco non contiene la pasta di cacao ma soltanto il burro di cacao: della componente più nobile del cioccolato, insomma, rimane soltanto la parte grassa» chiarisce la dietista. Rispetto a quello fondente e al latte, contiene più colesterolo: 21 mg per 100 g di prodotto edibile. Anch’esso è una buona fonte di potassio (286 mg per 100 g) e i grassi sono più o meno gli stessi delle altre due tipologie (32 g per 100 g). Per lo stesso quantitativo, le calorie sono 539.

Cioccolato alle nocciole

«Il cioccolato gianduia, tipico di Torino, nasce dall’unione del cioccolato al latte con le nocciole e, rispetto alle altre tipologie, contiene più proteine e grassi pregiati proprio grazie alla presenza di frutta secca oleosa» spiega la professoressa Bollo. Sai perché fa bene la frutta secca? Il colesterolo è presente in minima quantità (9 mg per 100 g), il potassio è completamente assente e i lipidi si equivalgono (circa 37 g per 100 g). Con 100 g di prodotto raggiungiamo 543 kcal.

Quanto mangiarne?

«Il cioccolato, per quanto buono, non dovrebbe mai essere consumato in grandi quantità ma ci si dovrebbe limitare a 2-4 quadratini (o pezzettini) al giorno» consiglia la dietista Bollo. «Chi sta seguendo diete particolari o chi deve necessariamente ridurre le calorie, non dovrebbe consumarlo, mentre le persone affette da diabete, se ben compensate, potrebbero nella loro dieta personalizzata.

I bambini che soffrono di acetone devono astenersi dal consumarlo a ridosso degli episodi acuti, mentre è perfetto per gli sportivi perché è un concentrato di energia a rapido assorbimento e di potassio» continua la professoressa. Attenzione: il cioccolato contiene caffeina teobromina che agiscono sul sistema nervoso centrale, quindi è meglio limitarne il consumo nell’arco della giornata e specialmente alla sera perché potrebbe indurre insonnia nei soggetti sensibili

Fonte: dati Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea)

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