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Osteoporosi: gli integratori di calcio sono sicuri per il cuore?

Sì, a patto che vengano presi nel modo giusto. Ma il calcio presente nei cibi rimane sempre la scelta migliore

Impossibile non sobbalzare sulla sedia leggendo certi titoli strillati dai giornali negli ultimi giorni. “Nuovi timori per gli integratori di calcio”. “Gli integratori di calcio possono danneggiare il cuore”. “Gli integratori di calcio aumentano il rischio di attacco cardiaco”.

A provocare tutto questo clamore è uno studio della Johns Hopkins Medicine di Baltimora, pubblicato su Journal of the American Heart Association e subito rimbalzato sui media di mezzo mondo. Condotto su un campione di 2.700 statunitensi seguiti per 10 anni, dimostrerebbe che le persone che assumono integratori di calcio hanno una maggiore probabilità di sviluppare placche di calcio che ostruiscono le arterie aumentando del 22% il rischio di problemi cardiovascolari. Apriti cielo.

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Poco importa che gli americani abbiano la brutta abitudine di mangiare integratori come caramelle, rispetto agli abitanti di altri Paesi. E poco importa che gli stessi ricercatori abbiano sottolineato che il disegno dello studio non permetta in realtà di trarre conclusioni, né di stabilire un chiaro nesso di causa-effetto. Subito hanno cominciato a circolare commenti allarmanti che di certo hanno preoccupato non poco tutti quei pazienti che si vedono prescrivere dal medico questi integratori per migliorare la salute delle ossa.

«E’ un dibattito che si riaccende periodicamente da diversi anni, da quando cioè è stato pubblicato sul British Medical Journal un primo studio neozelandese, fatto male, che ha portato a conclusioni fuorvianti e allarmistiche», spiega Maria Luisa Brandi, docente di endocrinologia all’Università di Firenze e presidente della Fondazione FIRMO per la cura e la prevenzione delle malattie dello scheletro (puoi chiederle un consulto qui). «Da allora continuano ad essere fatte ricerche mirate su questo tema, che il più delle volte, però, finiscono per dare risultati inaffidabili».

Gli integratori di calcio sono sicuri, ribadisce l’esperta, a patto che vengano assunti nel modo giusto secondo le indicazioni del medico. Innanzitutto, occhio alle dosi: «le giuste quantità – precisa l’endocrinologa – devono essere calcolate tenendo conto del calcio che già viene assunto quotidianamente con la dieta, in modo che il totale non superi il valore soglia di 1.000 milligrammi al giorno».
Seconda cosa fondamentale, la tempistica. «Bisogna spalmare l’assunzione dell’integratore nel corso della giornata – sottolinea Brandi – in modo da evitare che la concentrazione di calcio nel sangue vada su e giù creando dei pericolosi picchi, che possono favorire la formazione di accumuli in sedi differenti dalle ossa: il consiglio che do sempre ai miei pazienti – aggiunge l’esperta – è quello di diluire il calcio nella bottiglia di acqua che si beve a piccoli sorsi nel corso della giornata».

Bisogna però ricordare che gli integratori di calcio non devono mai essere considerati come la prima scelta. «Tutte le società scientifiche internazionali raccomandano innanzitutto di assumere le giuste quantità di calcio attraverso la dieta», spiega Brandi. «Per avere una maggiore consapevolezza e valutare grosso modo quanto calcio assumiamo ogni giorno a tavola, basta collegarsi al sito della Fondazione FIRMO, dove si trova un pratico “Calcium Calculator”: rispondendo a poche e semplici domande sui cibi che mangiamo durante la settimana, si ottiene in pochi secondi una stima del calcio che assumiamo quotidianamente».

Partendo da questa valutazione, diventa più facile aggiustare il tiro per arrivare a ingerire i famosi mille milligrammi di calcio al giorno. «Bastano pochi accorgimenti e un po’ di costanza», ricorda l’endocrinologa. «Non serve poi molto, se si pensa che un litro di acqua minerale ricca di calcio ne contiene fino a 400 milligrammi, e che una scaglia da 30 grammi di parmigiano apporta 300 milligrammi di calcio».

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