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Fondente, al latte o bianco: quanto cioccolato possiamo mangiare

Un po’ di cioccolato nella dieta di ogni giorno – anche a Natale – non fa male, anzi: oltre a soddisfare il palato, è ricco di antiossidanti benefici per la salute

Il cioccolato non manca mai sulla tavola delle feste. C’è chi lo preferisce bianco, chi fondente e chi al latte, ma come dobbiamo inserirlo nella nostra dieta per goderne sia dal punto di vista del gusto che da quello della salute? Facciamo il punto con Patrizia Bollo, dietista e professore a contratto di Scienze Tecniche Dietetiche all’Università degli Studi di Milano, dove conduce anche corsi di cucina dietetica (puoi chiederleun consulto qui). Ha pubblicato recentemente con Tea “Come scegliere la dieta giusta per te” e con Vallardi “L’oro in bocca” dedicato alla prima colazione.

Cioccolato fondente o “amaro”: quali sono le proprietà nutrizionali?
Il cioccolato fondente contiene pasta di cacao, zucchero, burro di cacao, aromi classici come la vaniglia o il peperoncino o insoliti come lo zenzero. Per legge il cioccolato “amaro” deve contenere almeno il 43 per cento di pasta di cacao, quello extra amaro almeno l’85 per cento.
Il cioccolato fondente non contiene latte né altri ingredienti di origine animale, che lo rende perfetto anche per i vegani. I grassi vanno dal 35 al 50 per cento, ma è assente il colesterolo. 100 grammi di prodotto (una tavoletta) apportano tra le 500 e le 600 calorie. Questa qualità di cioccolato è la migliore dal punto di vista nutrizionale perché è la più ricca di flavonoli, potenti antiossidanti indispensabili per il benessere del nostro organismo, ed è un’ottima fonte di un minerale importante: il potassio. Consumato con parsimonia, soddisfa gola e salute.

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Cioccolato al latte, bianco e alle nocciole: in che cosa si differenziano da quello fondente?
Facciamo una premessa. Da una parte si trova il cioccolato fondente, il prodotto più “puro” per intenderci, dall’altra troviamo le altre qualità. Il cioccolato al latte, appunto per la presenza di latte, contiene colesterolo anche se in piccole quantità. La pasta di cacao minima contenuta deve essere al 25 per cento, mentre per quanto riguarda grassi e calorie non si discosta molto dalla qualità fondente. Il cioccolato gianduia tipico di Torino nasce dall’unione del cioccolato al latte con le nocciole. Ha più proteine e grassi pregiati appunto grazie alla presenza di frutta secca oleosa.
Infine troviamo il cioccolato bianco che non contiene pasta di cacao, ma soltanto burro di cacao, quindi della componente più nobile del cioccolato rimane soltanto la parte grassa. Il cioccolato bianco contiene anche latte, zucchero e aromi.

Quali sono le quantità consigliate?
Il cioccolato, per quanto buono, non dovrebbe mai essere consumato in grandi quantità ma ci si dovrebbe limitare a 2-4 quadratini al giorno. L’importante è che sia di ottima qualità. Chi deve limitare le calorie non dovrebbe consumarlo, i soggetti affetti da diabete, se ben compensati potrebbero consumarlo se adeguatamente inserito nella loro dieta personalizzata. I bambini che soffrono di acetone devono astenersi dal consumarlo a ridosso degli episodi acuti, mentre è perfetto per gli sportivi che praticano sport invernali. È un concentrato di energia a rapido assorbimento e di potassio. È facile da digerire e da portare con sé.
Il cioccolato contiene caffeina e teobromina che agiscono sul sistema nervoso centrale, quindi è meglio limitarne il consumo nell’arco della giornata e specialmente alla sera perché potrebbe indurre insonnia nei soggetti sensibili.

Come si riconosce una buona qualità di cioccolato?
Dal 2000 è stata ammessa l’aggiunta di grassi vegetali diversi dal burro di cacao nella quantità del 5 per cento massimo. Quest’aggiunta deve essere espressa in etichetta e determina una qualità meno pregiata di cioccolato, perché addizionata di olio di palma, di karitè, di cocco e altri oli tropicali. L’importante è leggere sempre bene gli ingredienti del prodotto che si vuole acquistare, per conoscerne i componenti.
A Natale abbiamo una vasta scelta di cioccolatini e praline, il consiglio è quello di consumarli con parsimonia e di scegliere sempre prodotti di alta qualità.

Qualche consiglio stuzzicante per il menù delle feste?
La frutta, anche quella tropicale, tagliata a cubetti intinta nel cioccolato fondente sciolto a bagnomaria, e lasciata raffreddare, è un ottimo modo per chiudere un pranzo importante con cioccolatini artigianali freschi e raffinati.

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Eliana Canova

 

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